La valle del Khumbu

Namche Bazaar, 3400 m

La regione del Khumbu è un luogo sacro legato ai miti delle valli nascoste dietro l’Hiamlaya, che secondo la tradizione Guru Rinpoche (o Padmasambhava, maestro che secondo la tradizione giunse in Tibet nell’VIII secolo), celò tra le montagne. Egli fu il primo a giungere in questa zona, stabilendosi ai piedi del Khumbila, la montagna che sorge al centro del Khumbu, dove sottomise gli spiriti del luogo. Il nome Khumbila è una sintesi di Khumbu Yul Lha, ossia “il dio del paese del Khumbu” e rappresenta quindi il luogo dove dimora la divinità protettrice della regione, che in alcune tradizioni locali viene considerata figlia del dio del Solu.

La più famosa delle montagne presenti nel Khumbu è però l’Everest (m. 8848) chiamato dai tibetani e dai popoli di cultura tibetana, quindi anche dagli Sherpa Chomolangma. Questa montagna viene considerata sacra in quanto sede di Miyo Langsangma, la dea madre della terra. Il nome più recente dato a questa montagna dai nepalesi è Sagarmatha, madre del cielo, e tale nome è divenuto anche quello del parco nazionale che comprende, oltre all’Everest, anche il Cho Oyu (m. 8153) ed il Lhotse (m. 8501), e che si estende anche sul versante tibetano della zona.

Il nome sherpa iniziò ad essere conosciuto dal 1921, quando la spedizione esplorativa all’Everest ingaggiò gli uomini di questa etnia come portatori d’alta quota. Nonostante con il passare degli anni essi siano divenuti parte integrante delle spedizioni alpinistiche e dei trekking, con posizioni sempre più rilevanti all’interno dell’organizzazione degli stessi, il termine sherpa è prevalentemente conosciuto nel mondo occidentale come sinonimo di portatore che accompagna le spedizioni e i gruppi di trekkers tra le montagne dell’Himalaya.

In realtà Sherpa significa “gente d’oriente” dalla combinazione delle parole tibetane Shar, est, e Pa, gente. Il termine è quindi indicatore di una popolazione di razza mongola venuta dal Tibet agli inizi del XVI secolo. Diverse sono i motivi che vengono indicati quale ragione di questo spostamento, ma le leggende e i reali fatti storici sono mescolati in un intreccio difficilmente decifrabile. Anche l’itinerario attraverso il quale gli Sherpa sono discesi nella regione del Khumbu non è certo. Probabile è l’arrivo dal Tibet attraverso il Nangpa La, ma anche se questa possibilità è abbastanza documentata, rimane comunque non certa.

Rispetto al deserto tibetano d’alta quota la valle del Khumbu offre certamente un ambiente di vita più facile, anche se l’altitudine è sempre superiore ai 3000 metri. Gli insediamenti stabili sono quasi sempre collocati in conche di origine glaciale o su terrazzi, mentre i pendii più ripidi vengono adibiti a coltivazioni dopo essere stati lavorati a gradoni. La casa tipica dei villaggi si sviluppa su due piani; il piano terra, in parte interrato, è generalmente adibito a stalla, fienile e deposito attrezzi, mente il piano superiore è costituito da un unico grande locale dove si svolge la maggior parte della vita famigliare.

Spesso gli Sherpa hanno nomi che fanno riferimento al giorno della settimana in cui sono nati, da Dawa, lunedì, proseguendo con Mingma, Lakpa, Phurba, Passang, Pemba, fino a Nima, domenica.

Oltre che nel Khumbu esistono villaggi sherpa in tutto il Nepal orientale e nella zona che va dall’Helambu, a nord di Kathmandu, al confine indiano.

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